Se siete amanti dello sport, e se il gioco della pallacanestro incute in voi adrenalina, stimoli, concentrazione e abnegazione, la vostra serie tv da vedere è The Last Dance, recente capolavoro andato in onda su Netflix.
Si tratta di una docu-serie, per essere precisi, essendo difatti un documentario con immagini d’epoca e interviste dei protagonisti. Creata da Michael Tollin per ESPN e Netflix, la serie è composta da un totale di dieci episodi. E si è candidata a documentario dell’anno. Cerchiamo qui di seguito di scoprirne il sicuro successo.
TRAMA
Chicago, Illinois, stagione NBA 1997-1998. I Chicago Bulls di Michael Jordan sono una squadra entrata nella leggenda. Autentici monopolizzatori degli anni ’90, i Bulls sono reduci da anni gloriosi. Hanno vinto tre titoli NBA tra il 1990 e il 1993, ne hanno vinti altri due tra il 1995 e il 1997. Con la nuova stagione la dirigenza sta pensando ad una rivoluzione: pensano tutti che la squadra sia a fine ciclo e si va verso una rifondazione in vista del nuovo Millennio.
La serie racconta l’ultima, gloriosa ma controversa stagione di Michael Jordan e dei suoi Bulls, attraverso immagini, in parte inedite, girate da una troupe cinematografica della NBA Entertainment, che ha avuto la possibilità di seguire tutte le attività dei Bulls nell’arco dell’intero torneo. A fine anno, anche in quell’occasione, i Bulls si laurearono campioni. E la squadra, solo dopo quel campionato, venne effettivamente rifondata.
PERSONAGGI
Tra i motivi del sicuro successo di “The Last Dance” c’entrano sicuramente i personaggi che riempiono il cast del documentario. Si tratta del top del basket mondiale di fine anni ’90.
Michael Jordan. Considerato il più grande giocatore di tutti i tempi, ha un ruolo di primo piano nella nuova produzione Netflix. Presente in tutti gli episodi, Jordan ricostruisce il controverso, ultimo anno anno dei Bulls leggendari, dando ampio spazio anche al suo passo d’addio dal basket professionistico. Lo stesso, infatti, si ritirò dai giochi definitivamente dopo l’ultimo trionfo in Finals.
Scottie Pippen. Tra i migliori difensori nella storia dell’NBA, anche Pippen riveste un ruolo di primo piano nella nostra serie. Fu protagonista dell’intera epopea dei Bulls, ripercorsa nella serie non senza qualche nostalgia. Dopo la fine di quel glorioso ciclo, continuò la sua carriera in NBA.
Dennis Rodman. L’ala grande dei Bulls, più stravagante che mai, ha strappato applausi e consensi: per molti, nel documentario, oscura anche il Dio Jordan. Coi suoi modi dissacranti, Rodman percorre l’intera avventura in Illinois, fino all’ultima stagione che lo incoronò, definitivamente, come miglior rimbalzista del pianeta.
Steve Kerr. Ex cestista ed attuale manager dei Golden State Warrior, in The Last Dance Kerr ripercorre la sua impareggiabile carriera, prima da “erede” di Jordan (dopo il primo ritiro), poi da compagno e comprimario dello stesso Michael dopo il suo ritorno. Anche lui, alla fine dell’ultima stagione, fu venduto.
Phil Jackson. Si tratta del geniale allenatore con cui i Bulls costruirono il ciclo più vincente della loro storia. Alla guida di Chicago dal 1989 al 1998, Jackson fu il demiurgo che tessé le trame che portarono Jordan e compagni a trionfare sottomettendo l’intero mondo del basket professionistico. Anche lui, dopo l’ultima stagione, preferì lasciare i Bulls.
La serie, ovviamente, dà voce anche ad altri personaggi: tra questi la leggenda Magic Johnson e parte della dirigenza dei Bulls, molte volte messa sotto torchio per via di quell’annunciato “smantellamento” rimandato di un solo anno ed effettivamente compiuto a fine 1998.
THE LAST DANCE: LE STAGIONI
The Last Dance si compone di una sola stagione, per un totale di 10 episodi trasmessi a due alla volta per ogni settimana, dallo scorso 20 aprile.
Il titolo lascia già di per sé intendere che non si avrà un seguito, quantomeno non direttamente collegato: questa vuole essere la trasposizione cinematografica della metaforica “ultima danza” dei Bulls.
FONTE IMMAGINE: SNEAKERS MAGAZINE
