Black Mirror è una delle serie tv antologiche più importanti nella storia del formato a episodi. La serie tv creata e sviluppata da Charlie Brooker ha portato sul piccolo schermo ambientazioni disturbanti e dall’aspetto visionario. Raggiunge il successo internazionale, anche grazie a Netflix che ne ha acquistato i diritti a partire dalla terza stagione. Questo nuovo modo di raccontare storie ha influenzato la creatività di sceneggiatori e produttori che hanno voluto improntare le loro serie sullo stesso filone. C’è quindi adesso un modo tutto nuovo di vedere la tecnologia, esplorandone il lato oscuro nell’impatto che ha nella società moderna.
La visione distopica della tecnologia
È uno dei cardini di Black Mirror. Ogni puntata ci fa vedere come la tecnologia impatta in modo negativo sulla vita delle persone. Gli episodi mettono in risalto i pericoli nascosti nell’ombra della rete e dei circuiti, e le inaspettate conseguenze dell’innovazione tecnologica.
La serie porta una critica durissima al mondo contemporaneo e ha ispirato molti altri titoli a fare altrettanto, seppure in modo diverso. Un esempio è Mr. Robot, dove il protagonista inghiottito dalla tecnologia non riesce più a comprendere cosa sia realtà e cosa non lo sia.
Episodi autoconclusivi
Un altro tratto distintivo della serie tv antologica Black Mirror è avere episodi fini a se stessi. Cosa vuol dire? Ogni puntata è autoconclusiva, inizia e finisce. L’episodio successivo ha una trama differente, nuovi personaggi e un’ambientazione diversa. È una scelta che può risultare azzardata ma che in realtà paga. Gli showrunner possono così esplorare molti più temi e godere di una forbice più ampia, invece di essere costretti a limitarsi per l’obbligo di seguire il filo della trama per non sconvolgerla e andare fuori dai binari.
Black Mirror, però, non è stata la prima serie tv a utilizzare questo formato. Diamo a Cesare quel che è di Cesare e citiamo The Twilight Zone e Outer Limits che ne sono state le ideatrici. Cosa ha fatto la mente di Charlie Brooker per differenziarsi e influenzare le produzioni successive? Ha inserito tale formato in un contesto moderno. E non è poco. Affrontando tematiche di critica sociale dell’era attuale, ha messo in moto un meccanismo perfetto che si alimenta da solo con episodi indipendenti l’uno dall’altro.
Black Mirror serie antologiche: riflessioni sul mondo contemporaneo
Il rapporto con la tecnologia è una parte fondamentale in Black Mirror. Ci siamo mai fermati a pensare a come questa influenza le nostre vite? La serie ci spinge a riflettere sulle questioni etiche e morali come la sorveglianza di massa, l’isolamento digitale, la manipolazione dei media e l’intelligenza artificiale. Punta molto sulla psicologia, su quanto siamo dipendenti dalla tecnologia e cosa questo comporta a livello umano e anche di relazioni.
Una delle tante serie che hanno preso ispirazioni è senza dubbio Westworld che usa la fantascienza per porre domande sul futuro dell’umanità. Hai provato a decodificare Westworld? Leggi le teorie dei fan come te!
Ultimo punto ma non per importanza, vogliamo citare l’episodio interattivo Bandersnatch. Qui è lo spettatore che decide lo svilupparsi degli eventi. Come funziona? All’interno dell’episodio vengono ogni tanto fatte spuntare una serie di opzioni da selezionare. A seconda della scelta effettuata, la storia prosegue seguendo la direzione che si è decisa.
Ancora nessuno ha seguito le orme di Black Mirror in questo ma The OA ci è andata vicino inventandosi una meta-narrazione che spinge la serie oltre i confini della narrativa televisiva.
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