The Get Down era stato annunciato come un clamoroso successo, e sarebbe dovuta essere la nuova punta di diamante del catalogo Netflix. Parliamo al passato perché, come molti sanno, la serie è stata cancellata dopo appena una stagione. Undici episodi e un sipario calato forse troppo presto per un prodotto che prometteva ben altro.

Insomma, serie tv da vedere o autentico flop? Capita, negli anni d’oro del piccolo schermo, di incappare in uno scivolone. Qui cercheremo di capire i motivi dietro un flop grossomodo annunciato.

The Get Down: l’accoglienza gelida della critica

Poco prima di andare in onda, si preannunciavano già tempi duri per la serie creata da Baz Luhrmann e Stephen Adly Guirgis. In particolar modo leggendo i giornali newyorchesi, come sempre voci parecchio autorevoli della critica cinematografica a stelle e strisce. Così il New Yorker: “Sei episodi, ma non basta un’ambizione smodata”. Ed ancora il New York Magazine, in maniera ironica: “Un mix spettacolare”. Infine lapidari il New York Times e Village Voce: “Luci e musica eccitanti, ma poca messa a fuoco sulle storie umane”.

Unica nota a favore quella del critico Roger Ebert, che ebbe a dire della serie come una delle produzioni più “prepotenti” ed esagerate della storia della tv. In netta minoranza, la storia alla fine ha dato ragione alle critiche di cui sopra.

La serie più costosa di Netflix

A ben guardare, The Get Down è stato forse il primo, più clamoroso flop di Netflix da quando questo è diventato un fenomeno mondiale. La serie, se non altro, è costata un occhio della fronte al colosso dello streaming on demand statunitense. Ben 250 milioni di dollari, undici per ogni episodio realizzato. Cifre abnormi per un prodotto che non ha spaccato, se non la critica. E che ha superato, per budget, autentici capolavori come Games of Thrones. Gli ascolti bassissimi, ai minimi storici, hanno fatto il resto, ponendo una lapide su un progetto ambizioso ma forse mal calibrato o semplicemente uscito in tempi troppo poco maturi.

Perché guardare la serie comunque?

La serie, ambientata nella New York degli anni ’70, racconta della nascita dell’hip-hop. Il tutto ambientato nel caratteristico quartiere del Bronx, dove si incrociano le strade e le storie dei protagonisti. Ciascun attore ha dovuto fare lezioni apposite di danza e canto pur di riuscire ad immedesimarsi nella parte.

Solo per questo, ma non certo esclusivamente, la serie meriterebbe quantomeno una chance. E poi per la musica che, al netto di una trama infantile, quasi scontata, resta forse l’unica nota davvero positiva ed originale di una produzione nata sotto cattivi auspici e incapace di sfondare le porte del successo.

Fonte immagine: Coming Soon

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